Convegno “Il caos apparente” Cagliari Settembre 2014
IL TRAUMA, IL LIMBO E LE DIFESE DEMONICHE
Al di là della sua volontà in seguito ad un trauma un individuo si ritrova isolato in una sorta di limbo dove la sua individuazione è sospesa ai fini della sola sopravvivenza. Si esce (sintomo) dal conflitto psichico, impossibilitati ad abitarlo pienamente ai fini della crescita (simbolo). Come la letteratura moderna sul trauma ci indica ogni tentativo di rientrare nella corrente dello sviluppo è frustrato e bloccato da difese esperite come demoniche per la loro “obiettività”, “puntualità” e “malvagità”; una sorta di presenza diabolica (psichica e “reale”, interna ed esterna) castra e annienta l’evoluzione individuale e la speranza di vita, per il paradosso di non far soffrire un’altra esperienza traumatica. Come un’isola indefinita il limbo diviene un non-luogo, un esilio dalla vita dal quale l’individuo può però osservare, ospitare e testimoniare con tutto se stesso l’azione creativa della psiche, sperimentando continuamente l’illusione e la delusione della speranza. Nel limbo l’individuo è allo stesso tempo vicino e lontano dalle leggi dell’inconscio, abitando un’esclusività terribile per la sua estremità, protetto ma isolato, presente ma assente dalle relazioni. Esperienza della morte dentro la vita il trauma “rompe il simbolo” che teneva insieme corpo e mente, passato e futuro lasciando però il soggetto nella creatività del “dis-orientantamento”. Condizione attuale del soggetto moderno entriamo nel limbo con il “Filottete” di Sofocle e con dei casi clinici, osservando nei sogni l’azione creativa e ricostruttiva della psiche dopo la catastrofe.